NELLA TERRA DELLE FORTEZZE PREISTORICHE

Data: 26 settembre 2022

Esplorate i siti preistorici la cui costruzione tutt’oggi resta avvolta nel mistero.

Scoprite in sella alla bicicletta i famosi siti del circuito di Komen e lo straordinario patrimonio culturale dei popoli che qui vissero 2.500 anni prima di Cristo. Una delle fortezze più pittoresche ed esplorate è Debela Griža, vicino a Volčji Grad. Segue il villaggio di Zagrajec e il sito archeologico di Brith, il villaggio Sveto vicino a Komen e il sito archeologico di Martinišče, poi Temnica e il sito archeologico di Sant’Ambrogio, Škrbina e, infine, il sito archeologico di Lipovnik e Branik e il castello di Rihemberk.

 

Tutte queste fortificazioni con i loro muri a secco furono costruite su colline naturali appositamente adattate che si susseguivano a una distanza di tre o quattro km, formando così un paesaggio culturale unico. Le fortezze sono la testimonianza più potente del passato preromano dei nostri luoghi. La loro cultura - durata più di mille anni - si concluse con la conquista romana.

 

Il circuito di Komen è lungo quasi 62 km ed è adatto a ciclisti con una discreta forma fisica.

 

Consiglio: quando vi trovate al castello di Štanjel, in uno dei villaggi carsici più antichi e caratteristici, provate il minestrone preistorico servito in un’autentica ciotola preistorica. Il piatto è una vera e propria rappresentazione del piatto che veniva consumato all’epoca degli insediamenti. Concedetevi anche un bicchierino di vino di frutta. Secondo i ritrovamenti archeologici, il vino veniva coltivato nel Carso molto prima dell’arrivo dei Romani.

 

Gli amanti dell’archeologia apprezzeranno senz’altro che, proprio in queste zone di siti preistorici, si intrecciano le tracce di Celti, Illiri, Giapodi, Veneti e Istri. Anche la loro densità è sorprendente: ben 550 delle fortezze si trovano nell’area del Carso, Brkini, Čičarija, Istria e del Quarnero, il che è una chiara prova della storia comune e dell’unità di questa zona durante l’Età del Bronzo e del Ferro. Nell’epoca in cui si costruivano le piramidi in Egitto, nel Carso si realizzavano i muretti a secco e la zona della Slovenia - a causa delle fortificazioni - era il centro culturale di questa parte d’Europa, in termini di metallurgia, edilizia e insediamenti.

 

  • Lunghezza: 61,6 km
  • Dislivello: 980 m
  • Discesa: 980 m
  • Tipo di percorso: circolare
  • Difficoltà del percorso: impegnativo

Lo sapete?

  1. Oltre 1.000 abitanti vivevano nei singoli castellieri, che erano formati in comunità estremamente ben organizzate. Esse controllavano la rispettiva area territoriale, commerciavano su lunghe distanze e formavano così i propri usi e rituali, in particolare i riti legati a sepolture, nascite, iniziazioni, matrimoni e anche alla risoluzione delle controversie.
  2. Nella zona tra il Carso e Lussino prosperano ancora oggi più di 3.500 piante autoctone e selvatiche, una varietà straordinaria. I resti macrobotanici carbonizzati trovati durante i sopralluoghi nelle fortezze testimoniano lo straordinario legame degli abitanti delle fortezze con la vegetazione. Essa rappresentava la materia prima da utilizzare per la costruzione, per strumenti, armi, cibo, vestiti, medicine, spezie e riti spirituali.
  3. A causa del più grande incendio nella storia della Slovenia, parte dell’area dei forti preistorici appare ora un paesaggio quasi bellico. È visibile il netto confine tra il verde carsico e il deserto roccioso, dove, a causa dell’incendio, sono state svelate grotte e trincee risalenti alla Prima guerra mondiale, che segnò per sempre il Carso. In questa zona si trovano ben 8 cimiteri militari, il più grande dei quali si trova nel villaggio di Gorjansko, dove sono sepolti tra i 10.000 e i 14.000 soldati dell’esercito austro-ungarico di tutte le nazionalità.
  4. Nella zona del Carso, da non perdere le case in pietra dei pastori che un tempo li proteggevano dalle tempeste, dal caldo e dalla pioggia. Si tratta di veri e propri capolavori, costruiti solo con pietra grezza, senza malta, ma conservano tutt’ora solide pareti e tetti. Le più antiche hanno oltre 150 anni. Case simili - realizzate in pietra a secco - furono costruite anche altrove in Europa, specialmente nel Mediterraneo, dove c’era molta pietra nella natura circostante. Nel 2018 l’abilità nella costruzione di muri a secco è stata inserita nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

 

Questo articolo è stato prodotto nell'ambito del progetto Interreg Italia - Slovenia, MerlinCV. L'obiettivo del progetto è aumentare l'attrattività turistica e la visibilità della regione transfrontaliera attraverso la creazione di prodotti turistici innovativi e sostenibili. In primo piano c'è l'inclusione di elementi del patrimonio culturale nell'offerta turistica, così come l'introduzione di contenuti sostenibili in tutti gli ambiti. L'offerta turistica così creata sarà disponibile per l'industria del turismo, le comunità locali e tutti i visitatori interessati.